11 febbraio 2013

0010 [SQUOLA] Whoami e Tam Tam due non scuole

La parola scuola è spesso un inciampo, il suo suono trae in inganno.
Non di rado viene scritta sbagliata.
Squola è un errore ed è il nome di questa rubrica.
di Salvatore D’Agostino

Secondo The New York Times, il 2012 è stato l’anno dei MOOC, le università libere e gratuite online. I MOOC (Massive Open Online Course), rispetto alle scuole e-learning, hanno potenziato l’offerta formativa assumendo tra i propri docenti i migliori professori delle università classiche e migliorato la struttura online con applicazioni simili ai social media che permettono un contatto diretto tra insegnanti e studenti. La storia delle offerte formative a distanza, come ricorda Nicholas Carr, ha quasi cento anni, inizia nel 1920 grazie all'efficienza del nuovo sistema postale. Oggi, osserva Carr, i grandi investimenti e le campagne pubblicitarie dei MOOC, come Udacity, Cousera o edX, impongono agli amministratori universitari di rivedere le forme e il significato del proprio insegnamento: «Nel bene e nel male, le forze dirompenti della Rete sono arrivate ​​alle porte del mondo accademico.»
  
dal sito edX
Nello stesso periodo in Italia si sono aperte due nuove scuole, Whoami e Tam Tam, con dinamiche opposte alle vicende statunitensi. Scuole un po’ anomale poiché non strutturate, non obbligatorie, libere dalle istituzioni, senza fissa dimora, sperimentali, che utilizzano la tecnologia ma anche tante altre cose, con una forte autonomia di pensiero e che hanno pensato d’infischiarsene delle università sia fisiche che on-line?

Come?

Ho chiesto di raccontarlo a Stefano Mirti di Id-lab, ideatore con l’Accademia di Belle Arti Abadir di Whoami, e ad Efrem Raiminodi (ndr con un'integrazione - testo in azzurro - di Alessandro Mendini del 12 febbraio 2013), tra i maestri di Tam Tam creato da Alessandro Guerriero, Alessandro Mendini e Riccardo Dalisi.

Piccola avvertenza, non considerate Whoami e Tam Tam scuole simili, perché, rispetto alle vicende del mainstream startuppiano o internettiano, le persone che animano questi luoghi non si preoccupano di uniformare il linguaggio del mondo dell’accademia.

Whoami | Stefano Mirti

Whoami (dall'inglese chi sono io?) è un nuovo modo di trasferire sapere e conoscenza tra una generazione e un'altra (attività/istituzione in genere chiamata "scuola"). È un sistema di relazioni che si sviluppa on-line e off-line. Utilizzando i meccanismi di funzionamento dei giochi di ruolo. 
illustrazione di Luca Lardera
Perché si mette a punto un progetto di questo tipo? 
Perché ci sembra che trasferire sapere e conoscenza in modalità tradizionale (scuola) non funziona più. Allora, senza stare a immaginare rivoluzioni, cambiamenti, etc.etc etc. è più semplice provare a immaginare come si potrebbe fare funzionare il tutto.
È un esperimento, una serie di esperimenti. La generazione di prototipi funzionanti che servono a capire se le ipotesi di progetto sono giuste o sbagliate. Si fa, si verificano gli errori, si mette a punto una nuova versione. 
Non è una scuola tradizionale ma non è neanche un MOOC. È un modo di guardare a possibili relazioni e riverberi tra il mondo dei social media, i nuovi paradigmi cognitivi, la testa di chi ha vent'anni oggi.
etc.etc.etc.
Funzionerà? Non lo sappiamo.
Stiamo lavorando e nel giro di qualche decennio vi sapremo dire...

:-)
Qui per capire la struttura di Whoami.

Tam Tam | Efrem Raimondi

Tam Tam… ovvero uno spazio informe.
Un luogo che può rimandare alla Factory di Wharol ma non è esattamente così.
Il soggetto potremmo dire è la dialettica, lo scambio orizzontale di contenuti in progress tra ”i maestri” e ”gli allievi”.
E la fase di selezione dei partecipanti, avvenuta in Triennale è stata molto utile proprio per definire il progetto, che folle non è. Anche se lo sembra.
Le persone che ho visto avevano un comune denominatore: la determinazione a mettersi in gioco.
L’idea di fondo è che nulla è scontato e che i cliché sono il nemico.
Paradossalmente in questo mondo multimediale e sovrainformato, la dispersione e la massificazione rappresentano la norma.
Generando confusione e disorientamento. Utile a mio avviso alla gestione di un potere che si rinnova in sé. E che sostanzialmente odia la vita.
Il mito della perfezione viene agitato per produrre sensi di colpa e depressione. Mentre il linguaggio, perché sia espressione, relazione, anche dell’io, è necessariamente imperfetto.

TAM TAM racchiude questo e altro.
La forma è dinamica, e saremo noi tutti a dargliela.
Sul come si articola concretamente lo scopriremo insieme.

Tam Tam | Alessandro Mendini 

La scuola TAM TAM si svolge fra coloro che sanno di non sapere.
La scuola TAM TAM non ha struttura.
Può esserci o non esserci.
È amorale e discontinua.
Non avviene per accumulo ma per azzeramento.
La scuola TAM TAM non è fatta di edifici belli o brutti.
È uno spazio virtuale, psicofisico, che ciascuno sempre possiede.
La scuola TAM TAM è gratis.

Qui per leggere il manifesto.

11 febbraio 2013 (ultima modifica 12 febbraio 2013)
Intersezioni ---> SQUOLA

4 commenti:

  1. le segnalo questo progetto, attivo ormai da due anni www.makepeopledo.it
    ma decisamente poco "mainstream"

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    Risposte
    1. Ciao anonimo,
      grazie della segnalazione.
      Onirico il video ‘università volante con Riccardo Dalisi.
      Saluti,
      Salvatore D’Agostino

      Elimina
  2. Ciao Salvatore,
    i corsi sono oggi online! :) Abbiamo piú di 100.000 studenti (che significa che siamo la piú grande piattaforma europea) e Design 101 é il secondo corso piú seguito, con piú di 18.000 iscritti! :)

    buona giornata :)

    RispondiElimina

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